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1 gennaio 2013 2 01 /01 /gennaio /2013 17:48

   da www.controlacrisi.org

 

Credo che sarebbe opportuno che chi scrive imparasse anche a leggere. O a capire quanto legge e quanto scrivono gli altri.

Nel nostro messaggio (di Chiara Sasso, Livio Pepino e mio) si dicevano alcune cose a mio avviso pienamente comprensibili per chi non nutra pregiudizi.
Si diceva, intanto, che il risultato della votazione era chiaro e vincolante tanto che ad esso si doveva dare una PRONTA ATTUAZIONE (capito?) Il che significa non solo che lo accettiamo ma che ce ne sentiamo anche impegnati. Perché questa è la democrazia.
Diceva poi che il progetto ideale di Cambiare si può va oltre la scadenza elettorale, e che merita di avere sviluppi FUTURI che il breve tempo concesso dalla fine anticipata della legislatura evidentemente non permetteva (capito?). Il che vuol dire che non solo non intendiamo abbandonarlo al suo destino ma, al contrario, vogliamo continuare a partecipare e a coltivare quel progetto e anche quella comunità che in esso si è riconosciuta (tanto quelli del SI quanto quelli del NO che vorranno continuare a credervi) Spero si sia capito. Quelli che da più tempo partecipano alle attività di Cambiare si può e ci conoscono personalmente lo sanno bene, forse gli altri ci sono passati un po’ frettolosamente accanto o sono arrivati troppo di recente per comprenderne lo spirito, o dello spirito non gliene importa nulla.
Diceva, infine, che il nostro mandato è SCADUTO (perché era stato dato dall'Assemblea del 22 dicembre e terminava con la votazione telematica che si è appena conclusa - capito?). E che proprio perché rispettosi della volontà maggioritaria che si è manifestata nel voto, ritenevamo che le persone che con maggior efficacia avrebbero potuto portare avanti il discorso in questa fase delicata del percorso fossero quelle che più condividono la soluzione indicata dai votanti (capito?). Noi avremmo proseguito come semplici “portatori d’acqua” o rematori, lasciando al timone chi può far meglio. E' sbagliato questo ragionamento? Che cosa avreste detto se ci fossimo avvitati al ruolo e avessimo preteso di continuare a funzionare da rappresentanti “per ogni stagione”? (mi verrebbe da dire che forse la cosa è di difficile comprensione per chi è abituato alla "delega a prescindere" che domina nella cattiva politica, ma per tutti gli altri dovrebbe essere abbastanza chiara). Temo che solo un fitto velo di pregiudizio impedisca di vedere il reale senso delle parole.
Dunque: qui nessuno pensa di “abbandonare la nave” (trovo offensivi il sospetto e il termine). Nessuno si porta via il pallone durante la partita solo perché non vince, al contrario: il pallone è lì, sul campo, a disposizione di tutti, e in cabina di regia ci va chi può fare più goals. Nessuno crede che Cambiare si può abbia esaurito il proprio senso, al contrario, riteniamo che oggi ne abbia più che mai. Nessuno si crede superiore all’opinione della maggioranza, e quel testo dovrebbe esserne la dimostrazione, se si sa leggere quello che vi è scritto e non si cercano o immaginano significati nascosti.
Devo dire che mi spaventa il livello di aggressività (e in qualche caso di volgarità) di alcuni messaggi, la mancanza di rispetto nei confronti degli altri, il grado di diffidenza che rivelano. E mi conferma nella convinzione che i guasti nella struttura della personalità di questo ventennio di cattiva politica non hanno risparmiato nessun settore, al di là delle appartenenze e del colore politico. Spero che il “fare” – l’impegno per un buon successo dell’impresa comune – permetta di smaltire i veleni e di rendere un po’ più lucide (e limpide) le menti, perché davvero di risse, sospetti, denigrazioni, e volgarità non se ne può davvero più.

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