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28 maggio 2010 5 28 /05 /maggio /2010 18:58

petenoCIS spa Montebello Vicentino: interrogazione Pettenò in Regione
(Arv) Venezia 28 mag. 2010 - Un'interrogazione "a risposta immediata" per chiedere alla Giunta veneta di far chiarezza sulla vicenda del Centro Intermodale di Montebello Vicentino è stata presentata dal consigliere regionale della Federazione della Sinistra Veneta Pietrangelo Pettenò. Dopo aver ricordato che per realizzare questo Centro Intermodale nell'ottobre 1988 si è costituita Cis S.p.a., una società a capitale pubblico che riunisce Provincia di Vicenza, Autostrada Brescia/Padova, Banca Popolare di Vicenza, Fiera di Vicenza, Comuni di Vicenza, Montecchio Maggiore, Brendola, Arzignano il consigliere rileva che tale società aveva acquisito dei terreni nel Comune di Montebello Vicentino, ai confini con il comune di Montecchio Maggiore. "Nel corso degli anni, però, - si legge nell'interrogazione - la società C.I.S. ha accumulato ingenti perdite, senza, peraltro, realizzare il centro interscambio merci. Per sopperire alle ingenti perdite, la società ha allora ceduto, tramite bando di gara, a un privato la proprietà dei terreni.
Con l'arrivo del privato e con l'approvazione del Pati dei Comuni interessati si è assistito ad un sostanziale cambiamento nella destinazione di uso dell'area denominata C.I.S.: da centro logistico a megacentro commerciale". Pettenò chiede, allora, alla Giunta regionale di chiarire se vi siano responsabilità di natura penale correlate al fatto che - nel corso di più di vent'anni - la società C.I.S. (con capitale a maggioranza di enti pubblici) non è riuscita ad adempiere alla realizzazione di quanto previsto nel suo statuto (accumulando altresì una passività enorme) e se il cambio di destinazione d'uso dell'area C.I.S. non sia - come paventato dall'Ascom di Vicenza e da altri soggetti istituzionali - una speculazione immobiliare.

 

____________________________________

 

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

 

NONA LEGISLATURA

 

 

 

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA N.

 

 

MONTEBELLO VICENTINO,  CIS SPA:  SERVE CHIAREZZA

Interrogazione presentata il 28 maggio 2010 dal consigliere Pietrangelo Pettenò

 

Premesso che,

nell’anno 1988 è stata costituita  la società “CENTRO INTERSCAMBIO MERCI E SERVIZI - C.I.S.”  S.p.A., avente molteplici  soci (fra cui la Provincia di Vicenza, la Società per Azioni Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova, la Banca Popolare di Vicenza, la C.C.I.A.A. di Vicenza, la Fiera di Vicenza spa, vari Comuni, etc.), nonché destinataria di notevoli risorse finanziarie stanziate dalla Regione Veneto attraverso la sua “finanziaria” Veneto Sviluppo

Tale società aveva come scopo sociale la costruzione di un polo logistico integrato per lo scambio di merci gomma/ferrovia. 

Per tale finalità la società C.I.S.  ha acquisito dei terreni nel Comune di Montebello Vicentino, ai confini con il comune di Montecchio Maggiore. Nel corso degli anni la società C.I.S. ha accumulato ingenti perdite, senza addivenire alla costruzione del centro interscambio merci. Per sopperire alle ingenti perdite, la società ha ceduto, tramite bando di gara,  a un privato la proprietà dei terreni. Con l’arrivo del privato e con l’approvazione del  Pati dei Comuni di Montebello Vicentino, Zermeghedo, Montorso Vicentino  e Gambellara, c’è un sostanziale cambiamento nella destinazione di uso dell’area denominata C.I.S.:  da centro logistico a megacentro commerciale. Questo in netto contrasto con la programmazione provinciale descritta nel PTCP.  La possibilità della nascita di un megacentro commerciale ha scatenato le reazioni dell’Ascom, che ha acquistato una intera pagina del quotidiano Il Giornale di Vicenza denunciando il fatto e adombrando che tutta l’operazione sia poco trasparente e a vantaggio di speculatori immobiliari.

 

il sottoscritto chiede alla Giunta Regionale

se vi siano responsabilità di natura penale correlate al fatto che -   nel corso di più di vent’anni -  la società C.I.S. (con capitale a maggioranza di enti pubblici)  non è riuscita ad adempiere alla realizzazione di quanto previsto nel suo statuto (accumulando altresì una passività enorme);

se il cambio di destinazione d’uso dell’area C.I.S. non sia - come paventato dall’Ascom di Vicenza e da altri soggetti istituzionali - una speculazione immobiliare;

se non sia doverosa la massima  trasparenza  nei confronti dell’operato di una società per la quale la Regione si appresta ad avviare l’istruttoria  per concedere un prestito obbligazionario convertibile in cinque anni, investendo svariati milioni di euro.

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