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01 giugno 2010
I dati dell’ISTAT sulla disoccupazione ad aprile sono drammatici.
(vedi www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/06/01/visualizza_new.html_1817957643.html).
Ad aprile 2010 ci sono, nel nostro paese, 307.000 occupati in meno
rispetto allo stesso mese del 2009. La disoccupazione giovanile (da 15 a
24 anni) tocca il 29,5% con un aumento di 4,5 punti rispetto all’aprile
2009 e di 1,4 punti rispetto a marzo 2010. Questi sono dati che
evidenziano un tragico declino, una preoccupante mancanza di futuro e
il totale fallimento delle politiche economiche del governo. Se non si dà
priorità all’occupazione non si può uscire dalla crisi. Di fronte a questo
sfacelo, è utile evidenziare come confindustria ci faccia sapere che la
produzione in maggio è cresciuta del 2,4% rispetto ad aprile. Una
ripresa che lorsignori definiscono “forte”. Ma allora, perché continuano a
licenziare? Perché invocano in ogni occasione il mito della “produttività”?
Perché continuano a utilizzare, nel migliore dei casi, il lavoro precario e
intermittente? Perché vogliono che si vada in pensione sempre più tardi
e non assumono i giovani? E che senso ha una manovra economica che
non favorisce l’occupazione, che non dà risorse concrete per la ricerca e
lo sviluppo, che comprime i salari, taglia i servizi, rastrella denaro con
sanatorie e condoni?
Il nostro paese non ha futuro senza un radicale cambio di rotta. La
timidezza dell’opposizione parlamentare su questi temi non è indice di
“prudenza” ma di una mancanza di idee che possano anche essere
scomode e in contrasto rispetto al volere di chi, oggi, ha il potere
economico e politico. Noi crediamo che si possa avere un “punto di vista”
alternativo a quello governativo e che si debba reagire affrontando
“l’emergenza lavoro” con la forza necessaria e la massima unità
democratica. Per questo avanziamo alcune proposte e su queste
chiediamo a tutto il centrosinistra un confronto senza pregiudizi.
Chiediamo una immediata moratoria dei licenziamenti, l'abolizione della
legge 30, l'adeguamento dei salari e delle pensioni al reale costo della
vita, un contrasto deciso alle delocalizzazioni, una lotta spietata
all’evasione fiscale. Da questi temi si può partire per cambiare il paese.
Giorgio Langella
Federazione della sinistra – Rifondazione-Comunisti Italiani Vicenza