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13 novembre 2010 6 13 /11 /novembre /2010 17:47

La manifestazione di oggi per commemorare i 10 martiri (nella foto Renato Mastini, nome di battaglia Zulin Giacomo, uno dei 4 sinti, n.d.r.) ha visto la partecipazione di circa un centinaio di persone oltre alle delegazioni delle associazioni partigiane e combattentistiche della provincia. Una parte degli interventi è stata rivolta doverosamente a evidenziare come la popolazione vicentina abbia risposto alla devastazione dell'alluvione. Con uno spirito e una volontà che ha molti punti di contatto con quelli dei partigiani che si sono posti il compito di costruire uno stato democratico e libero, cancellando le devastazioni del nazifascismo.

Cancellandole dalla vita di tutti i giorni ma non dalla memoria e dal ricordo. Perché senza memoria un popolo non ha futuro.
Gli interventi (di comune e ANPI) hanno ricordato cosa successe 66 anni fa. Molto opportunamente è stato ricordato lo spirito che guidò chi combattè per la liberazione dal nazifascismo. Ben 4 dei 10 martiri erano sinti e furono tra i patrioti che con il loro sacrificio permisero la democrazia in Italia e la stesura della nostra Costituzione. Una costituzione che è tra le più belle del mondo. L'oratore dell'ANPI si è soffermato molto su questo aspetto: la costituzione come frutto di una lotta per la libertà e l'unità. Nella nostra costituzione, infatti, troviamo le fondamenta di una società giusta e solidale dove la dignità di ognuno risiede nel lavoro che deve essere garantito a tutti. Una società senza privilegi ma con diritti e doveri uguali per tutti senza distinzione di sesso, razza, opinione politica, credo religioso ...
Ma è questa la società di oggi? Non sembra, e proprio per questo è necessario ancora lottare perché i valori e i principi per i quali sono morti tanti giovani (tra i quali i 10 martiri che oggi venivano commemorati) possano trionfare. E' compito di ognuno di noi.

 

Quattro sui dieci martiri del Ponte dei Marmi di Vicenza erano Sinti

ArticleImage Contributo di Irene Rui
Non dimentichiamoci che anche i Sinti (i zingari) sono stati partigiani.

Il 13novembre prossimo sarà celebrato il 66° anniversario dell'eccidio perpetuato dalle SS su ordine del generale Von Zanthier in risposta all'antenato perpetuato al Ponte dei Marmi da parte dei guastatori guidati da Plinio Quirici (nella foto la lapide a ricordo).

 

 

Nell'umida e piovigginosa mattinata dell'undici novembre del 1944, dieci partigiani furono prelevati dal carcere circondariale di Piazza Castello a Padova e condotti al Ponte dei Marmi, poiché monsignor Zinato (vescovo di Vicenza dal 1943) aveva intimato su una lettera a seguito delle stragi effettuate nel vicentino che non vi dovevano essere più vittime vicentine. Chi erano i dieci martiri?.
Catter Walter Vampa di Fiorindo, nato a Francolino di Ferrara il 19 dicembre del 1914, di professione circense, arrestato a Belvedere di Tezze sul Brenta, tra il 21-22 ottobre, patriota.
Gemmo Livio nato a Campiglia dei Berici nel 1924, arrestato a Bastia di Rovolon, della divisione partigiana "F. Sabatucci"
Festini Lino Ercole nato a Milano nel 1916, di professione musicista-teatrante, arrestato a Belvedere di Tezze sul Brenta, tra il 21-22 ottobre, patriota.
Menardi Angelo nato a Barbarano Vic.no nel 1924, arrestato a Bastia di Rovolon, della divisione partigiana "F. Sabatucci".
Molon Guido detto "Turchia", nato a San Bortolo di Monselice nel 1920, arrestato il 31 ottobre del 1944, dalla Guardia Nazionale Repubblicana di Monselice, della brigata Falco, divisione "F. Sabatucci".
Montemezzo Aldo e Navarrini Massimiliano partigiani della divisione Garibaldina "F. Sabatucci" ex battaglione poi brigata "Audace"

Pasqualin Luigi vice commissario, sotto tenente dell'ex battaglione "Audace", poi Brigata "Audace", comandante della brigata "Contiero": tutti sui vent'anni di Carbonara di Rovolon. Arrestati il 3 ottobre perché trovati in possesso di una rivoltella, venero legati e bendati per essere condotti nelle carceri di Padova.
Paina Silvio nato a Mossano nel 1902, di professione girovago-circense, arrestato a Belvedere di Tezze sul Brenta, tra il 21-22 ottobre, patriota.
Mastini Renato (nome di battaglia Zulin Giacomo) nato a Copparo in provincia di Ferrara nel 1924, di professione giostraio, gestiva con la moglie un tiro a segno, arrestato a Belvedere di Tezze sul Brenta, tra il 21-22 ottobre, patriota.
Tre di questi ragazzi Catter, Festini e Matini, erano sinti e uno, Silvio Paina, aveva sposato una ragazza sinta. Erano tutti e quattro dei patrioti che operavano tra Carmignano di Brenta e Belvedere di Tezze sul Brenta, senza appartenere ad un battaglione particolare, ma collaboravano alla guerra partigiana per difendere il loro Paese, l'Italia. Aiutarono, nelle loro spedizioni, la prima e la seconda brigata "Damiano Chiesa". Mastini prese parte anche alle spedizioni di una delle brigate della "F. Sabatucci". (tratto da Irene Rui, "Quattro su Dieci", VampaEdizioni, novembre 2008)

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