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Sono il Circolo PRC-FdS di Torri di Quartesolo (VI). Sono nato il 25 settembre 2011, da un gruppo di compagni indignati, che si prefigono di cambiare lo stato delle cose atuali. Il mio scopo è di farmi portavoce delle vertenze dei movimenti cittadini che riguardano il territorio nord-est vicentino, (Quinto Vicentino, Monticello ConteOtto, Longare, Grumolo delle Abadesse, Caldogno, Bolzano Vicentino, Camisano Vicentino). Affronto tematiche in campo ambientale e sociale e faccio mie le lotte per

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LA LEZIONE DI MELFI

24 agosto 2010

 

fiat sata

 

Quello che sta succedendo a Melfi non è soltanto una vertenza sindacale. È molto di più. E non c’entra neppure la “produttività” presa a feticcio da tanti imprenditori (o presunti tali). Melfi disegna i “nuovi rapporti” che la FIAT vuole imporre ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali. Rapporti che, per i Marchionne, non possono che essere di sudditanza. E se questi “nuovi rapporti” non vengono accettati dai lavoratori, ecco trovata la scusa per trasferire il lavoro all’estero (che, forse, è proprio quello che vogliono i padroni della FIAT).

 

Questa folle strategia sta passando impunemente tra l’apparente neutralità del governo (il ministro Sacconi dice di non prendere posizione ma non perde occasione di attaccare FIOM e CGIL), la ben nota posizione “a capo chino e con il cappello in mano” di Bonanni che accetta qualsiasi volontà del padrone, la silenziosa prudenza del PD che deve tener conto di posizioni apertamente anti-FIOM e pro-Marchionne come quelle di Chiamparino (o di Ichino).

 

Ma quello che sta succedendo a Melfi (e, prima, a Pomigliano o Termini Imerese) è chiaro.

 

Da una parte ci sono gli operai che, non accettando i capricci dell’azienda, rifiutano di essere ridotti al parassitismo e non accettano di essere pagati senza lavorare.

 

Dall’altra un’azienda, la FIAT, che vuole imporre la devastante politica del “prendere o lasciare” (quella della cancellazione dei diritti) e che fa di tutto per avere la scusa di portare la produzione dove può sfruttare sempre di più lavoratori e territorio.

 

I lavoratori di Melfi sono dalla parte della ragione e che stanno dando una prova che deve far riflettere. È una vera e propria lezione di dignità e serietà.

Il capitalismo cialtrone che Marchionne e soci vogliono far trionfare è un capitalismo che rifiuta le regole e “se ne frega” delle Costituzione e delle leggi dello Stato. È un progetto di società egoista che deve essere fermato altrimenti ci porterà al disastro.

 

Se i dirigenti e i padroni della FIAT continuano a sostenere che sono i diritti dei lavoratori a impedire lo sviluppo, è bene ricordare (a loro e a tutto il Paese) che questi “signori” sono gli stessi che, senza incentivi o aiuti statali, non riescono a far quadrare i conti della loro azienda. E che questo succede nonostante un costo del lavoro che incide solo per il 7-8% rispetto al costo totale di produzione di un’automobile. Una miseria di fronte ai stipendi milionari o ai profitti che si spartiscono “lorsignori”.

 

E allora, invece degli operai, perché non licenziare Marchionne e soci per manifesta incapacità?

 

 

Giorgio Langella

segr. prov. Partito dei Comunisti Italiani - Federazione della sinistra di Vicenza

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