Caserma Ederle di Vicenza (FSV), scongiurare perdita posti di lavoro.

di Pietrangelo Pettenò

Il consigliere regionale della Federazione della Sinistra Veneta Pietrangelo Pettenò ha presentato un'interrogazione "a risposta immediata" per sollecitare un intervento urgente della Giunta veneta presso il Governo e le Autorità americane affinché sia scongiurata la perdita dei posti di lavoro presso la caserma Ederle di Vicenza salvaguardando gli attuali livelli occupazionali. "La riduzione di personale - precisa il consigliere - per il momento non tocca la Ederle, ma rischia pesantemente di colpirla considerato che gli USA stanno progressivamente riducendo il personale italiano, bloccando il turn-over dei pensionati, non destinando più fondi per le nuove assunzioni e adducendo dei presunti motivi di sicurezza". "I dipendenti civili italiani - afferma ancora Pettenò - non trovano nessuna risposta né dai vertici USA, né dal Governo italiano, e temono fortemente la perdita dei propri posti di lavoro dato che personale statunitense viene da tempo assunto in posizioni in passato coperte da italiani come ad esempio addetti alla vendita di cibi e bevande, portieri di hotel, banconisti, carrellisti e non è ancora stata avviata la trattativa sul rinnovo del contratto di lavoro, scaduto nel dicembre 2009".

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CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

NONA LEGISLATURA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA N.

CASERMA EDERLE DI VICENZA: LA GIUNTA REGIONALE INTERVENGA PRESSO GLI U.S.A. PER SCONGIURARE LA PERDITA DI POSTI DI LAVORO

Interrogazione presentata il 12 luglio 2010 dal consigliere Pietrangelo Pettenò.

Premesso che:

- tira aria di sciopero alla caserma Ederle in comune di Vicenza. I 700 dipendenti italiani delle basi USA in Italia sono pronti a incrociare le braccia da Vicenza a Napoli e Sigonella;

- la scintilla che ha fatto scoppiare l’agitazione è stato all’annuncio di 92 posti di lavoro tagliati a Napoli e Sigonella. La riduzione di personale per il momento non tocca la Ederle ma rischia pesantemente di colpirla considerato che gli USA stanno progressivamente riducendo il personale italiano, bloccando il turn-over dei pensionati, non destinando più fondi per le nuove assunzioni e adducendo dei presunti motivi di sicurezza;

- i dipendenti civili italiani non trovano nessuna risposta né dai vertici USA, né dal Governo italiano, e temono fortemente la perdita dei propri posti di lavoro;

dato che:

- personale statunitense viene da tempo assunto in posizioni in passato coperte da italiani: giardinieri, cassieri, addetti alla vendita di cibi e bevande, banconisti, carrellisti, portieri di hotel;

- non è ancora stata avviata la trattativa sul rinnovo del contratto di lavoro, scaduto nel dicembre 2009;

- delle 300 assunzioni create per la nuova missione Africom, gli italiani si contano sulle dita di una mano; le 300 assunzioni ventilate per il Dal Molin sono state ridimensionate a un centinaio, presumibilmente di livello medio-basso;

ritenuto che:

- gli Stati Uniti stiano attuando un riassetto organizzativo più vantaggioso per i propri concittadini rispetto ai cittadini italiani: i civili statunitensi sono infatti più “appetibili”, in quanto vengono assunti con contratti meno garantiti rispetto a quelli italiani, con evidenti discriminazioni per i lavoratori autoctoni che vengono licenziati;

- il lavoro rappresenta per chiunque un diritto fondamentale sancito dalla stessa Costituzione italiana che non può essere alla mercé degli interessi politici o strategici di alcuno;

considerato infine che:

- la realizzazione della nuova base militare statunitense doveva, secondo le promesse del Governo nazionale, del comando militare statunitense e di alcuni sindacati, portare nuove opportunità occupazionali e questa prospettiva oggi è del tutto smentita dai fatti;

ciò premesso il sottoscritto chiede alla Giunta Regionale per sapere:

se intenda intervenire con urgenza presso il Governo e le Autorità americane affinché sia scongiurata la perdita dei posti di lavoro presso la caserma Ederle di Vicenza salvaguardando gli attuali livelli occupazionali.