Sono il Circolo PRC-FdS di Torri di Quartesolo (VI). Sono nato il 25 settembre 2011, da un gruppo di compagni indignati, che si prefigono di cambiare lo stato delle cose atuali. Il mio scopo è di farmi portavoce delle vertenze dei movimenti cittadini che riguardano il territorio nord-est vicentino, (Quinto Vicentino, Monticello ConteOtto, Longare, Grumolo delle Abadesse, Caldogno, Bolzano Vicentino, Camisano Vicentino). Affronto tematiche in campo ambientale e sociale e faccio mie le lotte per
Francesco Ruggeri da "Liberazione" del 21 gennaio 2011
Oggi e domani Rifondazione comunista del Veneto allestirà un centinaio di banchetti in città e comuni della regione e, la settimana prossima attiverà presìdi davanti a un'ottantina di luoghi di
lavoro. Tutto ciò per portare sul territorio la questione metalmeccanica, in preparazione allo sciopero del 28, e accompagnare la costruzione di un movimento popolare per i diritti e la
democrazia.
Mentre al centro sociale Rivolta di Mestre ci sarà il grande dibattito promosso da Uniti contro la crisi, «noi saremo - non in contrapposizione, garantisce il segretario Prc del Veneto, Renato
Cardazzo - in modo massiccio sul territorio a parlare con la gente e a rendere visibile la Fiom fuori dalle fabbriche. I tempi sono stretti e comunque i banchetti sono una cosa diversa dal
meeting nazionale, e questa decisione è stata assunta dal Prc e dalla Fds in relazione con la Fiom locale». L'appuntamento regionale è fissato per il 28 a Padova, al mattino. Il dato politico,
più dei numeri del corteo, sarà fornito dal numero di fabbriche che si riusciranno a svuotare in quello che è un giorno di lavoro.
Tutto questo la continuerà anche dopo lo sciopero del 28, con percorso comune con le tute blu della Cgil utile a un approfondimento sul modello di società e sul futuro del lavoro nel paese.
Già all'indomani del referendum la Confindustria ha moltiplicato i segnali di allinearsi al modello Marchionne tentando di generalizzare l'arretramento sul piano dei diritti. «Non solo - riprende
Cardazzo - a livello dell'impresa molecolare già massacrata dalla crisi (si parla di 130mila posti persi e 110mila ore di cassa integrazione, il 10% del monte ore utilizzato in Italia) ma anche
nei grandi gruppi industriali come l'Elettrolux: 500 dei suoi 800 esuberi sono fra Treviso e Porcia a Pordenone, comunque a Nordest». Alla Fincantieri è ancora da sciogliere il nodo delle
commesse e si temono altre strette. «Con 4mila dipendenti immigrati licenziare è più facile», aggiunge il segretario del Prc veneto. Anche alla Carrefour, colosso della distribuzione alimentare,
stanno per arrivare tagli e il nuovo modello contrattuale «largamente ispirato alla dottrina Marchionne» e potrebbe esserci l'avallo perfino della Cgil.
Il Veneto è comunque disseminato da una miriade di vertenze su cui incombono le nuove norme europee del Patto di stabilità. L'assessora regionale al Lavoro (la stessa che vorrebbe spedire in
galera gli scrittori che hanno solidarizzato con Battisti) ha annunciato che il rinnovo della cassa integrazione sarà subordinato alla solidità delle aziende, valutata dalla Giunta Zaia. Sembra
l'annuncio di un via libera al licenziamento di massa. L'elenco dei banchetti e dei presìdi è disponibile sul sito rifondazione.veneto.it.