Sono il Circolo PRC-FdS di Torri di Quartesolo (VI). Sono nato il 25 settembre 2011, da un gruppo di compagni indignati, che si prefigono di cambiare lo stato delle cose atuali. Il mio scopo è di farmi portavoce delle vertenze dei movimenti cittadini che riguardano il territorio nord-est vicentino, (Quinto Vicentino, Monticello ConteOtto, Longare, Grumolo delle Abadesse, Caldogno, Bolzano Vicentino, Camisano Vicentino). Affronto tematiche in campo ambientale e sociale e faccio mie le lotte per
Caro Signor Manino,
Primo la soluzione delle microaree non è sostenuta da me e quanto meno dal mio partito, ma dagli stessi sinti e rom. Questi da anni portano avanti con le loro associazioni, non solo in Italia, ma anche in Europa, il progetto abitativo basato non più su campi collettivi, ma su microarre unifamiliari. Esempi italiani sono le microaree di Regioemilia, Guastalla, Mantova e Mestre. Non penso che gli abitanti di quelle strutture si sentano ghettizzati, anzi esiste una convivenza e una bella interazione con i cittadini maggioritari di quelle città. Le faccio presente che le microaree sono parte del progetto "il cammino", al quale i sinti e rom sono stati i propulsori. Un progetto che ha lo scopo non solo di risoluzione abitativa, ma prevede anche un percorso per l’inserimento nel mondo lavorativo dipendente, d’ausilio scolastico e d’interazione fra gagè, sinti e rom. Le vorrei far presente che la famiglia allargata non può essere paragonata ad un clan, in quanto è costituita dai figli, dai fratelli, dai nipoti, dai nonni e bisnonni se viventi. E’ simile a quella che era presente nelle nostre campagne sino agli anni Sessanta del Novecento, di cui le poche case coloniche – non sempre di proprietà – presenti nella campagna veneta, ne sono testimonianza. Mi sembra che lei parli d’interrazione, pardon integrazione a senso unico. I maggioritari vorrebbero i sinti e i rom omologati ai loro usi e costumi, che si adattassero a vivere all’interno di quattro mura, per poi, quando qualcuno di loro sceglie di farlo additarlo come incivile, in quanto loro i gagè, sono gente civile vero? Questo mi sembra al quanto miopistico. Non capisco cosa cambi tra un’abitazione colonica o una casa, e una microarea unifamiliare. Non si vuole la ghettizzazione o l’autoghetizzazione? Benissimo costruiamo le microaree all’interno dei quartieri, ma non penso che ai suoi concittadini, così tanto pii e caritatevoli, siano d’accordo.
Il mio partito non parteggia e non sostiene certo l’assessore Giuliari, ma difende quello che ci sembra un diritto di alcuni cittadini e che tra l’altro è chiesto da loro stessi, avere finalmente delle aree in cui vivere in pace ed armonia con le loro famiglie.
Per quanto riguarda un ritorno ai loro vecchi mestieri, molti di loro che sono ancora in età lavorativa, ci tornerebbero volentieri, sennonché i maggioritari a partire dagli anni Sessanta del Novecento – sempre per fame e in cerca di un’occupazione – hanno abbracciato l’antica professione dello spettacolo viaggiante e avendo disponibilità economiche maggiori e con ferocce concorrenza, hanno spiazzato i sinti. Il mercato ha deciso per loro, le loro occupazioni sono diventate improduttive e sono stati costretti a fermarsi, cercando di adattarsi da prima con la raccolta del ferro e poi con altre occupazioni proprie dei sedentari. Ammettiamo che si rimettano in viaggio che escano dalle nostre città, lontano dai nostri occhi, dove potrebbero andare visto che la carità cristiana delle croci, li tratta come la pece e li caccia via da ogni luogo dove essi vogliono fermarsi anche se in transito?
Irene Rui
Resp. Dipartimento per le politiche migratori ed etniche
Rifondazione Comunista-Federazione di Vicenza