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Sono il Circolo PRC-FdS di Torri di Quartesolo (VI). Sono nato il 25 settembre 2011, da un gruppo di compagni indignati, che si prefigono di cambiare lo stato delle cose atuali. Il mio scopo è di farmi portavoce delle vertenze dei movimenti cittadini che riguardano il territorio nord-est vicentino, (Quinto Vicentino, Monticello ConteOtto, Longare, Grumolo delle Abadesse, Caldogno, Bolzano Vicentino, Camisano Vicentino). Affronto tematiche in campo ambientale e sociale e faccio mie le lotte per

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Rafforzare il Prc e radicarsi nel territorio per un progetto politico in sintonia con le lotte operaie. Di Renato Cardazzo - segretario regionale PRC

 Come temevamo lo tsunami leghista ha inondato il Veneto. Lo scontro a destra ha visto prevalere il progetto populista, l'imbroglio, condito di xenofobia, che l'unica via d'uscita dalla crisi economica passi per una chiusura identitaria ed egoistica. La Lega nello scontro per l'egemonia sul PdL ha saputo mettere in campo una politica scientifica di conquista dei territori e dei luoghi di potere, facendosi garante per il blocco dominante della capacità di controllo politico del Veneto, dentro un quadro di società interclassista che ha definitivamente marginalizzato l'idea di una alternativa e reso assai complessa ogni caratterizzazione dei conflitti in senso antagonista. Il risultato elettorale ci dice, con tragica chiarezza, quanto in profondità sia stato eroso il tessuto democratico e popolare e quanto debole sia stato ogni tentativo di proporre un programma di opposizione, capace di convincimento e di una qualche concretezza. L'insieme dell'alleanza del centro sinistra nel Veneto subisce un profondo arretramento di consensi. La sinistra di alternativa, gli ambientalisti, la stessa Federazione della Sinistra escono a pezzi dal confronto elettorale. Incapaci di reagire ad una situazione caratterizzata dall'evaporazione dei nostri valori e dalla progressiva scomparsa degli insediamenti organizzati. Per la Federazione della Sinistra una prima disamina dei dati conferma l'oramai definitiva estinzione del voto di opinione. L'assenza di una proposta nazionale territorialmente riconoscibile, la scomparsa della rendita d'immagine, la totale censura in ogni mezzo d'informazione, l'estinzione anagrafica di gran parte del mitico "zoccolo duro", un radicamento e risorse finanziarie inadeguate ci portano a risultati al di sotto dell'uno per cento in oltre un terzo dei comuni del Veneto. Solo in poche realtà, dove l'insediamento organizzato ha saputo convertirsi ad una ripresa di impegno politico sociale, la Federazione pur arretrando difende i propri insediamenti. In questo contesto così difficile eleggiamo in Consiglio regionale il compagno Pietrangerlo Pettenò, che sarà l'unico consigliere di tutta la sinistra, mentre a Venezia contribuiamo alla sconfitta del ministro Brunetta. Uscire da questa situazione non sarà semplice. Dalle prime battute post elettorali la Lega, nel percorso di costruzione del partito/patria, sembra decisa a coprire tutta la dimensione politica, affiancando al tradizionale armamentario reazionario, oscurantista, xenofobo, una spregiudicata capacità di storpiare parole d'ordine e proposte della sinistra, anche le più radicali, torcendole a proprio vantaggio. In questo contesto non ci sono scorciatoie da inventarsi. La federazione della Sinistra può sortire una qualche utilità se saprà imporsi una svolta popolare, un metodo orizzontale di lavoro, un progetto politico frutto di una rinnovata capacità di ascolto nei territori. Un nuovo partito, frutto della sommatoria tra i vertici del Prc e del Pdci, sarebbe del tutto inutile. Meglio pensare ad un soggetto politico unitario, ma aperto e plurale, che operi per inclusioni di donne e uomini, associazioni tematiche, esperienze popolari, sul modello della di Sinistra Europea italiana, tragicamente lasciato cadere nel nulla. In questo percorso il rafforzamento del Prc diventa strategico, ma serve un salto qualitativo nella costruzione ed elaborazione politica, una svolta policentrica capace di rimotivare i sensori diffusi nei territori, in un quadro di reciprocità tra centro e periferie. Progetto politico che per quanto riguarda il Veneto non può che mettere al centro una opera di proselitismo e di "evangelizzazione" per riconquistarsi un radicamento tra i luoghi e i soggetti oggi frantumati dal dominio capitalistico in salsa affaristico - xenofoba. Un progetto che deve sintonizzarsi con la domanda di protagonismo sociale, con le esperienze di lotta operaia e dei lavoratori, con le forme della resistenza culturale, associativa, solidale che pure continuano ad esistere. Una azione di ricomposizione di classe che si fondi sull'autodeterminazione politica dei soggetti che, oggi come oltre cento anni fa, faccia i conti non solo con la contraddizione capitale-lavoro, ma anche con la complessità dell'appartenenza comunitaria, religiosa, filosofica di questi territori. Indagando uno sviluppo autocentrato fondato su una idea di lavoro rispettosa dei lavoratori, dei beni comuni, delle risorse naturali, dell'ambiente e del paesaggio. Provando a ricostruire una narrazione di sinistra di alternativa che recuperi il meglio della esperienza consiliare e del federalismo solidale come strumenti di democrazia diretta.

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