Sono il Circolo PRC-FdS di Torri di Quartesolo (VI). Sono nato il 25 settembre 2011, da un gruppo di compagni indignati, che si prefigono di cambiare lo stato delle cose atuali. Il mio scopo è di farmi portavoce delle vertenze dei movimenti cittadini che riguardano il territorio nord-est vicentino, (Quinto Vicentino, Monticello ConteOtto, Longare, Grumolo delle Abadesse, Caldogno, Bolzano Vicentino, Camisano Vicentino). Affronto tematiche in campo ambientale e sociale e faccio mie le lotte per
IIrene Rui - responsabile provinciale alle politiche migratorie di Rifondazione Comunista di Vicenza - Rifondazione Comunista presente questa mattina alla presentazione del progetto "Passo per passo" promosso da Coordinamento Stranieri Vicenza, Unione Migranti in Italia (UMI) e Associazione Orizzonti Comuni e approvato dalla Provincia di Vicenza, finanziato dalla Regione Veneto nell'ambito del Piano Triennale 2010-2012 (L.R. 9/90), bando vinto dalle associazioni su riportate, si chiede perché pur il progetto rientrando in questioni sociali che l'assessorato dovrebbe patrocinare, ciò sia stato negato.
Il Progetto si pone come obiettivo di promuovere e realizzare azioni di coordinamento con la prefettura per facilitare gli adempimenti relativi all'ingresso e ai permessi di soggiorno, alla luce delle normative che entreranno in vigore dal prossimo mese; in particolare le questioni legate all'autocertificazione e agli espletamenti per poter ottenere il permesso di soggiorno a punti: certificazione linguistica di livello A1 e A2, preparazione ai test per il permesso di soggiorno e accesso ai corsi di formazione civica.
L'Amministrazione Comunale di Vicenza, pur essendo il progetto pertinente con i fini sociali e da realizzarsi in Vicenza, ha negato il patrocinio gratuito chiesto dalle associazioni, poiché le
caratteristiche dell'iniziativa non sono azioni che il comune può sostenere. In effetti sono le associazioni proponenti il progetto e vincitrici del bando a sostenerle.
L'Amministrazione Comunale dovrebbe cercare di aiutare i cittadini migranti nelle difficoltà a cui andranno incontro a causa dell'introduzione dell'obbligo alle anagrafi, da parte del ministero
dell'Interno, di non emettere certificazioni e di obbligare l'utente alla autocertificazione, non valida secondo il dipartimento migrazione nazionale ai fini della richiesta del permesso di
soggiorno. L'Amministrazione Comunale dovrebbe aiutare i suoi cittadini migranti nell'espletare le formalità richieste per il permesso di soggiorno dalla L. 94/09 (Pacchetto Sicurezza) i cui
paletti normativi mettono in difficoltà gli immigrati, che in molti casi non hanno le basi formative per poter apprendere la lingua italiana in tempi brevi. Quindi avrebbe dovuto patrocinare il
progetto.
Dal 10 marzo 2012 l'ingresso ed il soggiorno dei lavoratori extracomunitari in Italia non sarà subordinato unicamente al rispetto dei flussi e delle prescrizioni di carattere economico e
abitativo, ma anche all'effettiva integrazione nel nostro tessuto socio-culturale, che prevede la conoscenza della lingua italiana e della Costituzione Italiana. Entro 90 giorni dall'ingresso
il migrante si dovrà iscrivere a un corso alla cui conclusione dovrà superare un test per avere una certificazione di classe A2. Certificazione in base alla quale potrà accedere ad un permesso
di soggiorno a tempo indeterminato. Nel caso non superasse il test, essendo il permesso legato all'occupazione, corre il rischio di dover rimpatriare anche se residente da più di dieci anni in
Italia. Contraddizione: i figli minori che sono nati in Italia e che conoscono bene la nostra lingua, non hanno a tutt'oggi il diritto di cittadinanza e di un permesso a tempo indeterminato;
per i maggiori valgono le regole dei genitori. Tenuto conto che a Vicenza gli stranieri presenti provengono da Paesi ove il tasso di alfabetizzazione è basso, difficilmente riusciranno ad
apprendere in breve tempo l'Italiano sia scritto che orale, per avere la certificazione. Questa normativa, insieme ad altre, incentiva la clandestinità con tutte le conseguenze e lo
sfruttamento del lavoro nero. In Italia infatti, non è più possibile accedervi se non si è alfabetizzati a meno che non si entri in clandestinità, con la conseguenza che difficilmente si potrà
uscire dal disagio in cui si troverà il migrante.