COMUNICATO STAMPA SUL PAT ADOTATO A VICENZA

Il PAT di Vicenza, adottato la scorsa notte, dopo un acceso dibattito, presenta delle marcate incongruenze, meritevoli di una profonda analisi, che si possono sintetizzare attraverso queste criticità: 1) La città è in pratica consegnata in mano agli operatori privati. E’ un’enorme riserva d’aree e d’immobili da valorizzare, ma tutto questo, come delineato nelle pre-intese, individuate come Ambiti con Assetto Delineato, è destinato a valorizzare il mercato e quindi gli interessi di costruttori e immobiliaristi, a scapito dell’interesse pubblico che dovrebbe, altresì, essere prevalente; 2) Non è chiarito con quale criterio si intende utilizzare la Superficie Agricola Utilizzabile (297.000 mq.) negli ambiti territoriali, visto che questa si sommerebbe agli interventi che hanno assunto e assumeranno un proprio assetto. Non sono più, quindi, 297.000 mq, ma ben molti di più: un carico urbanistico di notevoli dimensioni, che la città non può reggere; 3) A quanto succitato risponde, naturalmente, il peso infrastrutturale che vede la città dotarsi sia di una propria rete stradale, ad integrazione dell’esistente e della prevista rete regionale, sia di parcheggi nell’area centrale, che vedono prioritario il domino incontrastato dell’automobile (autocentrismo), a scapito del trasporto pubblico e dell’incentivazione alla pedonalizzazione dell’area storica e dei quartieri. E’ assente un modello, un diverso modo di vivere la città; 4) La città è stata dimensionata senza considerare, sia come carico urbanistico, sia come aumento della popolazione militare e civile statunitense, il peso che verrà a crearsi con la costruenda base militare al Dal Molin e con la ristrutturazione degli impianti esistenti, tali da comportare un elevato consumo di risorse e un accrescimento dell’impronta ecologica.

L’obiettivo di questo nuovo strumento urbanistico, come dagli intenti formulati dalla L.R. 11/04, è quello arginare e limitare questi aspetti, ma lo spirito del PAT di Vicenza non rispecchia tutto questo, siamo al consueto metodo di fare urbanistica, del non dire, nel quale domina la contrattazione e il libero mercato.

Guido Zentile - resp. dipartimento ambiente e territorio - Rifondazione Comunista