Irene Rui* - Variati dichiara nei quotidiani che “l'ordinanza prostituzione” è prorogata fino al 30 aprile 2013, e che è l'unico strumento con cui il Comune può combattere la prostituzione considerata da egli “Una forma di degrado urbano”. Con questi metodi - incostituzionali come affermato più volte dal Forum delle donne di Rifondazione Comunista - non si risolve la questione, ma si sposta il problema in di venire.

Noi invece affermiamo che la prostituzione non va combattuta – è come se avversassimo una qualsiasi professione che soggettivamente, consideriamo indecorosa per il complesso urbanistico – ma va regolamentata sulla base della normativa vigente. Noi proponiamo in base anche ad esperienze di capoluoghi vicini, di non creare zone rosse e di fatto vietare la prostituzione (anche questo illegale, poiché in Italia non c'è una normativa che la vieti), di studiare con le parti coinvolte una zona ove permettere l'esercizio di tale professione.

Dall'agosto del 2011 (prima ordinanza) si è affrontato più volte il tema e le stesse prostitute chiesero, che si trovasse una risoluzione diversa, una zona sicura, con servizi ove potessero esercitare il loro lavoro, di non essere vessate e costrette a lavorare in quei pochi metri della zona industriale tra la Valbruna e Altavilla, al buio, in pericolo per possibili scontri con mal intenzionati e senza alcun servizio per i bisogni di prima necessità.

Un progetto lo “zoning” che prevede un'area illuminata, non isolata, con servizi e monitorata per la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, e degli utenti.

E' chiaro che questo prefigge uno sforzo dell'Amministrazione vicentina e dello stesso Variati, un cambio culturale e ravvedimento dei loro luoghi comuni.

Bisognerebbe essere meno miopi e guardare a questa professione, come un servizio alla cittadinanza e non come simbolo di degrado urbano. In fondo se il servizio esiste ed è in crescita un motivo c'è.

*Forum delle donne di Rifondazione Comunista-FdS di Vicenza