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11 agosto 2010 3 11 /08 /agosto /2010 13:39

La Russa, «inasprire le norme». Maroni: «Gli arrivi non sono aumentati»

 

 

Luca Bresci, LIBERAZIONE, 10 agosto 2010, p. 3

 

Eppure arrivano. Sotto silenzio, lontano dallo sguardo dei media, fuori dalle riprese dei telegiornali serali, i migranti sbarcano comunque sulle nostre coste. Non c'è politica dei respingimenti in mare che arrivi a fermarli. Un'inchiesta apparsa su la Repubblica di domenica 8 agosto squarcia il velo di silenzio, l'omertà delle istituzioni. Pare che qualcuno in alto non voglia che se ne parli troppo, «perché questi sono gli ordini». E mentre chi gestisce il traffico dei disperati cerca nuovi approdi per eludere i controlli, dal Viminale arriva l'ordine di sgomberare subito Lampedusa ogni volta che c'è uno sbarco per dimostrare il successo degli accordi con la Libia. I migranti non passano più nel centro di prima accoglienza situato nell'isola, dove ricevevano le prime cure e un po' di ristoro dopo un viaggio terribile, ma vengono trasferiti a Porto Empedocle anche a costo di sostare ore ed ore sotto il sole, come denunciato dall'Associazione studi giuridici sull'immigrazione. Si calcola che siano almeno 350 i migranti approdati sulle spiagge siciliane nell'ultimo mese. Solo nella notte tra domenica e lunedì a Linosa i carabinieri ne hanno intercettati una quarantina. Quando li hanno scoperti erano già sulla terra ferma. Della barca da cui sarebbero scesi nessuna traccia. Il gruppo è stato subito trasferito a Porto Empedocle. Altri sessantasei extracomunitari (40 uomini, 15 donne e 11 bambini), di varia nazionalità, sono stati bloccati domenica dalla Guardia di finanza dopo essere sbarcati sulla costa adriatica salentina, tra Torre Sant'Emiliano e Porto Badisco. Gli immigrati sono stati condotti nel centro di prima accoglienza don Tonino Bello di Otranto per l'identificazione. Anche qui nessun segno del battello che li ha condotti sul litorale. Le indagini sono in corso e come per i migranti sbarcati a Linosa si sospetta che possano essere giunti in acque territoriali italiane a bordo di una nave e successivamente trasportati a riva su gommoni. Negli ultimi mesi sono ripresi senza sosta gli sbarchi sulle Pelagie o sul litorale agrigentino. 39 migranti erano stati intercettati il 2 agosto a mezzo miglio da Lampedusa; nei giorni precedenti, altri sbarchi si erano registrati a Linosa e sul piccolo isolotto di Lampione. Altri 150 erano stati sorpresi invece in un casolare di Palma di Montechiaro, nel corso di un'operazione che ha portato all'arresto di cinque persone e alla scoperta di una presunta organizzazione che gestiva viaggi all inclusive, compresa la consegna di vestiti nuovi e biglietto per raggiungere le località del Nord Italia una volta sbarcati in Sicilia. Indisponibile alla realtà, la senatrice della Lega e vicesindaco delle Pelagie, Angela Maraventano, ha preferito parlare di una messa in scena, «A Lampedusa non si stanno verificando sbarchi e quelli di cui straparla la stampa sono trafficanti che portano apposta la gente da noi per far finta che sono sbarchi. A chi fa comodo Lampedusa tutti i giorni sui giornali? Lasciateci in pace, lasciateci lavorare». Sulla stessa linea il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che smentisce un aumento degli sbarchi. Ma tra le file del governo c'è chi dice il contrario, come il ministro Ignazio La Russa, che riconoscendo il fallimento delle politiche ultrasicuritarie sin qui seguite chiede ulteriori giri di vite contro l'immigrazione clandestina. Invocazione finalizzata, con tutta evidenza, ad introdurre un nuovo terreno di scontro interno al centrodestra per incalzare i finiani. Contro la sortita di La Russa arriva però la dura presa di posizione della Caritas che diffida la politica dall'utilizzare «in modo strumentale» la questione dell'immigrazione, ricordando come ci sia «un flusso costante e una pressione migratoria che rimane sostanzialmente immutata se non aumentata», e che le rotte del Mediterraneo riguardano appena il 20% degli arrivi nel nostro Paese.

 

 

 

 

 

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