Sono le 15 circa di una domenica afosa, qui a Marghera, a due passi dal Veneto martoriato dalle continue alluvioni, nel cuore pulsante dell'economia veneziana, stiamo leggendo Liberazione, in particolare, l'intervista del segretario provinciale del PRC di Napoli Antonio D'Alessandro, reduci da un bel pranzo organizzato alla Festa Rossa al quale ha partecipato il Compagno Dino Greco.Da giorni stiamo tutti seguendo con apprensione e speranza le vicende della cronica emergenza rifiuti che attanaglia Napoli. Speranza perché siamo consapevoli del grande lavoro che i nostri compagni sono impegnati a svolgere e, soprattutto, perché avvertiamo che questo lavoro prescinde dall'operato dei ceti politici e si basa sul coinvolgimento e sulla partecipazione diretta dei cittadini napoletani che possono essere i veri protagonisti della rinascita sotto il Vesuvio. Apprensione per la gravità della competizione che mette in contrapposizione una città d'arte e cultura straordinaria e gli interessi dei poteri forti, della criminalità organizzata, di una politica governativa sciagurata e populista, tutta tesa a soddisfare la pancia di quel elettorato leghista che per anni ha assistito silenzioso alla contaminazione del territorio partenopeo con quei rifiuti tossico nocivi che in Veneto nessuno voleva a deturpare il bel giardino della sua villetta.
Noi scriviamo da un territorio che ben conosce questo tratto egoistico, Venezia è la città occupata , impropriamente, ogni anno da Bossi e dalle sue orde che vengono, incuranti delle più
elementari nozioni geografiche oltre che della composizione politico-culturale che da sempre rifiuta l'ideologia leghista, a versare le acque del Po in Laguna in nome della secessione. Venezia
viene sfruttata per lanciare messaggi di divisione, inneggianti allo spirito egoistico, mentre noi la conosciamo come una comunità accogliente, una città che si è risollevata, come Firenze,
dalla devastazione dell'alluvione del '66 grazie alla sua volontà di riscatto ed alla solidarietà dell'intero Paese.
Così noi ci riconosciamo in quel popolo coeso e solidale che non è estraneo alle problematiche di altri luoghi, solo perché si trovano a molti chilometri da noi. Obiettivamente affermiamo che
la situazione attuale, non è solo un'epidemia paragonabile ad una peste, ma c'è anche quella componente che non è infetta e che, organizzandosi in "comitati spontanei" contro il sabotaggio
posto in essere dal governo, lottano per una città migliore, più vivibile e dignitosa.
Quello che sta succedendo a Napoli, non è affare che riguarda solo Napoli e noi vogliamo essere vicini ai partenopei non solo dialetticamente, ma desideriamo sostenere concretamente la sua
riscossa in quanto riteniamo che possa e debba essere una città migliore, in cui al centro del dibattito e dell'agire politico non ci sia l'interesse di pochi ma la ricerca del Bene Comune. Per
questi motivi, la Federazione della sinistra insieme ai Giovani Comunisti di Venezia vogliono aderire e sostenere la rinascita di Napoli, contribuendo a raccogliere la spazzatura e ad avviare
un processo di sensibilizzazione porta a porta che spieghi come si può fare la raccolta differenziata, misurandosi con la città ed aiutandola a risolvere per oggi e per il futuro il problema
della gestione dei rifiuti. Invitiamo a questo nostro viaggio qualsiasi realtà, comitato, movimento che su questo tema la pensa come noi, con lo scopo di raggiungere una massa critica in grado
di influenzare l'operato che si è prefigurato. Perché la sfida che si sta giocando a Napoli è in continuità con lo spirito dei referendum per l'acqua pubblica, contro il nucleare e per una
giustizia giusta: in palio c'è la possibilità di costruire un'Italia diversa, in cui i diritti siano veramente al centro di un'agenda politica in cui i cittadini sono gli attori protagonisti e
non delle comparse.
Sebastiano Bonzio, Segretario Provinciale PRC
Alberto Farinato e Federico Cardazzo, Giovani Comunisti Venezia