LETTERE, www.liberazione.it
Con Rifondazione perché...
Cara "Liberazione", voglio raccontarti i motivi che mi hanno convinta a candidarmi nella lista di Rifondazione per le prossime amministrative (sia per il comune di Oderzo - Treviso - che per le
provinciali). Sono operaia in una azienda di materie plastiche, ho 50 anni e ho due figli: il mio pensiero è rivolto costantemente a questi due giovani ultraventenni, perché mi rendo conto della
drammaticità della situazione in cui la società attuale li costringe a vivere. Quale futuro hanno di fronte i giovani, che "rappresentano il nostro futuro" (come si dice sempre, con tanta
retorica)? In Italia la disoccupazione giovanile continua ad aumentare: secondo i dati Istat, il tasso di disoccupazione dei ragazzi tra i 15 e i 28 anni è impennato a quasi il 30%, aumentano i
giovani scoraggiati che non cercano neanche più lavoro, la nuova occupazione è fatta unicamente di lavoro precario, che non dà loro la possibilità di apprendere un mestiere, né di costruire
progetti per il futuro (non parliamo poi di pensioni e di diritti, in molte finte "cooperative" non esiste la possibilità di usufruire di giorni di malattia). Questo non è un Paese per giovani,
per rovesciare il titolo di un famoso film dei fratelli Cohen. E ci tocca anche sentire che questi ragazzi sono dei "bamboccioni", mentre lo stesso direttore di Bankitalia dichiara che «sarebbero
necessari interventi per sostenere l'occupazione giovanile». Lavoro con molte persone straniere, soprattutto donne, che vivono in Italia da anni: spesso lasciano nel loro paese figli piccoli,
partono alla ventura e vengono assunte (quando questo succede) con contratti interinali, di settimana in settimana o con "contratti" a chiamata, magari per un giorno al mese: chiamano queste
oscenità con espressioni inglesi, ma si tratta solo di caporalato allo stato puro. Naturalmente queste persone sono soggette a ricatti (il permesso di soggiorno legato al lavoro…), creano
divisioni tra operai, diventano soggetti su cui riversare rancori e paure, ben manovrate da forze politiche che su questo hanno ottenuto consenso e potere. Molte madri lavoratrici non sanno a chi
affidare i loro figli: nel comune di Oderzo, ad esempio, non esiste un asilo nido pubblico, solo in una scuola elementare si attua il tempo prolungato (a pagamento), il servizio di scuolabus
incide anch'esso sui costi che devono sostenere le famiglie, sempre più colpite dalla crisi globale, sulla quale in Italia per anni si è taciuto o si sono raccontate menzogne. Di fatto,
statisticamente, un bambino su quattro vive in famiglie povere, ciò rende l'Italia uno dei paesi europei con il più alto tasso di povertà infantile. I giovani non hanno spazi autogestiti, i
comuni in genere fanno ben poco (o nulla, come a Oderzo o a Treviso città) per creare occasioni di aggregazione giovanile, in cui sperimentare forme di democrazia partecipata, vivere esperienze
culturali. Il tempo di vita fuori del lavoro (quando c'è) è invaso dalla televisione, tutti chiusi in casa ad assistere passivamente al matrimonio di principi, "grande fratello" e scemenze del
genere. E' ora di dire "basta" a tutto questo! E' ora di uscire dallo stato di torpore anestetizzante in cui i poteri ci vorrebbero congelare.
Rossana Barbieri Oderzo (Tv)