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13 luglio 2009 1 13 /07 /luglio /2009 11:56

E' arrivata la condanna definitiva per Flavio Tosi, attuale sindaco di Verona, e per gli altri cinque esponenti della Lega, che nel 2001 avviarono una campagna razzista contro i Sinti veronesi. Sgomberati dal loro luogo di residenza dall'assessore Fabio Gamba della giunta Sironi. Famiglie italiane che per tutta l'estate di quell'anno vagarono da uno spiazzo all'altro finchè il presidente della Sesta Circoscrizione, Luigi Fresco, non accettò di ospitarli in un parcheggio di borgo Venezia.
Un’odissea a cui si aggiunse la violentissima campagna mediatica nei toni dei manifesti e delle interviste di allora.
In un recente incontro della Lega alla Gran Guardia il Sindaco si è vantato di quella campagna, affermando che riguardava campi abusivi. Falso! Perchè i Sinti veronesi abitavano in quella zona da più di dieci anni, come testimoniarono al processo anche i dirigenti scolastici della circoscrizione.
Due mesi di carcere per “propaganda razzista”, più 50.000 euro da versare alle vittime, oltre al pagamento di tutte le spese legali. La Cassazione ha confermato la condanna per il sindaco di Verona, Flavio Tosi e per: il deputato Matteo Bragantini, il vice presidente della Provincia Luca Coletto, la sorella del sindaco Barbara Tosi, l'assessore comunale Enrico Corsi e un militante del Carroccio, Maurizio Filippi.
Ora bisognerà  attendere alcune settimane per conoscere le motivazioni della sentenza della corte di Cassazione che ha confermato la condanna già  inflitta da tre diversi organi giudicanti: prima il tribunale di Verona nel dicembre 2004 per incitamento e propaganda di idee razziste, poi la corte d'appello di Venezia in due diverse sentenze. La prima fu decisa il 30 gennaio 2007 ma fu poi annullata con rinvio dalla Cassazione il 13 dicembre di quello stesso anno.
Il 20 ottobre del 2008,  i giudici di secondo grado, confermarono la condanna a due mesi solo per propaganda di idee razziste. Contro questa decisione i difensori di Tosi e degli altri 5 imputati, gli avvocati Paolo Tebaldi e Giovanni Maccagnani e il professore Piero Longo di Padova, presentarono ricorso in Cassazione. La Corte di ultima istanza, ha deciso ieri sera con una sentenza di condanna che mette una pietra tombale su questo processo, durato quasi cinque anni.
Il Circolo Pink ricorda: “Noi eravamo fra quelli che nel 2001 si opponevano alla raccolta di firme organizzata da Tosi e soci, tra cui un attuale parlamentare (Matteo Bragantini), un assessore comunale (Enrico Corsi), un consigliere comunale nonchè vicepresidente della Provincia (Luca Coletto), la sorella del sindaco, Barbara, capogruppo della Lega in consiglio comunale, e il militante Filippi. Ci ricordiamo bene il loro atteggiamento ai "banchetti" di raccolta firme allo stadio mentre spargevano odio fra le persone del mercato. Ora sarebbe bene che Flavio Tosi e gli altri condannati si dimettessero dalle loro cariche istituzionali. Chissà, magari, al pari di altri veronesi in odor di condanna per fatti razzisti, potrebbero impiegare il loro tempo nei servizi sociali oppure nella pulizia della città  dai tanti rifiuti ingombranti che vengono abbandonati in giro.”
Fiorenzo Fasoli e Graziano Perini rispettivamente segretari provinciali del PRC e del PdCI di Verona, scrivono su "Liberazione" del 12 luglio 2009. "Dopo anni, anche la Magistratura ha riconosciuto quello che, da tempo, è chiaro. L acampagna della Lega di qualche anno fa contro gli insediamenti degli zingari era "propaganda razzista". Ovunque la sentenza di ieri sarebbe una sentenza normale, diventa speciale da noi, non solo per il profilo dei colpevoli, ma anche perchè nella nostra realtà, a forza di assordanti campagne, si stava affermando l'idea che non valesse la legislazione nazionale, che qui fossero legittimi comportamenti che altrove sono reati. No, propagandare il razzismo è reato anche da noi, anche se a farlo è il sindaco, il deputato, il vicepresidente della provincia e compagnia candtante. Con questa sentenza casca anche un altro alibi. Il razzismo non viene da fuori, ma è parte costituente di questa società tanto che chi lo propaga ottiene ottimi risultati elettorali, anzi li ottiene  proprio per questo. Comunque la si voglia prendere, ed anche se nella stampa locale viene declassata nelle pagine di cronaca, la sentenza della Magistratura pesa come un macigno. Tosi anzichè fare l'arrogante e meravigliarsi del fatto che non sia intervenuta la prescrizione, non ha molto margine: deve prendere atto del giudizio e dare le dimissioni da sincaco. Altrettando devono fare almeno il vicepresidente della Provinca, l'assessore al traffico del comune di Verona ed il rappresentante nel cda del Consorzio Zai perchè ricoprono posizioni che sono di tutti i veronesi e non solo di una parte. 
Ma c'è un'altra questione. Può, questa città, questa provincia, avere ai vertici e nelle posizioni di maggio rappresentanza politica persone con carichi di giustizia di questo peso? Francamente pensiamo di no."

lunedì 13 luglio 2009

In foto i condannati: Tosi, Corsi, Bragantini e Filippi.

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